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Libri di Elisabetta Giffi

Federico Zuccari e la professione del pittore

Federico Zuccari e la professione del pittore

Elisabetta Giffi

Libro: Libro in brossura

editore: Artemide

anno edizione: 2023

pagine: 290

Federico Zuccari (1539/1540-1609) «mandò in stampa alcune sue bizzerrie, e pensieri circa la nostra professione». Così scriveva nel 1642 Giovanni Baglione, che con lui aveva vissuto la stagione eroica del principio dell'Accademia dei pittori, scultori e architetti romani. Quelle stampe famosissime, i suoi «pensieri circa la professione», erano invenzioni morali che traevano occasione dai fatti "realmente accaduti" per assumere forma di favola e divenire materia comune dì riflessione e insegnamento. Ammantate di una veste allegorica tanto eloquente da modellare l'immaginario sociale degli artisti europei per oltre un secolo, tali invenzioni erano rivolte principalmente ai giovani pittori, che andavano instradati per l'arduo cammino della virtù, fatto di studio e fatica intellettuale, e sottratti alla dimensione del lavoro meccanico della bottega e alla logica vile del mero guadagno, come anche alla servitù nella corte, alla mortificante dipendenza dal principe di turno. Zuccari, pittore e intellettuale inquieto e coraggioso, viaggiatore e utopista, aveva formato la propria "moderna" sapienza mediatica in gioventù, a Venezia, nella bottega di Tiziano e a stretto contatto con il mondo della tipografia. La Venezia dei "poligrafi", di Pietro Aretino, Anton Francesco Doni, Lodovico Dolce, era un mondo di pensiero che lo conquistò definitivamente e gli prestò i propri temi: quello anticortigiano e quello, economico, del giusto compenso delle fatiche dei "poveri virtuosi", dell'onorato riconoscimento della virtù, presupposto necessario a una possibile autonomia del lavoro "culturale"; gli diede, infine, la prospettiva dell'accademia, regno ideale della concordia tra le arti e, nella realtà, punto di arrivo necessario al riscatto sociale delle professioni "del disegno". Così, già in vita, Zuccari divenne per i pittori, non solo romani, il protagonista leggendario di battaglie combattute apertamente («io sono huomo schieto e senza artifitio alcuno dico la verità») e sempre in nome della libertà della virtù e dei ,virtuosi, perché, come ebbe a dichiarare, impavido imputato in un procedimento giudiziario, «la virtù nel bianco scrive quel che li pare». Postfazione di Paolo Procaccioli.
48,00

Colin Morison (1734-1809). Antiquaria, storiografia e collezionismo tra Roma e Aberdeen

Colin Morison (1734-1809). Antiquaria, storiografia e collezionismo tra Roma e Aberdeen

Elisabetta Giffi

Libro: Copertina morbida

editore: Artemide

anno edizione: 2016

pagine: 143

La figura dello scozzese Colin Morison - artista, antiquario, mercante, cicerone, collezionista che trascorse a Roma gran parte della sua vita - è rimasta indistinta tra quelle dei tanti britannici che affollarono la brulicante,cosmopolita capitale pontificia del secondo Settecento. Il suo originale profilo culturale emerge da questo lavoro attraverso la rilettura dei suoi interventi sui periodici del tempo e - grazie al recupero di documenti inediti e all'individuazione del suo marchio di collezione - dalla ricostruzione della sua attività editoriale e collezionistica. La sua vicenda, che sfiorò quella di grandi protagonisti della scena culturale e artistica romana (Winckelmann, Piranesi, Volpato, Gavin Hamilton, Séroux D'Agincourt), si svolse sullo sfondo di eventi importanti, quali furono l'allestimento del Museo Vaticano e la crisi della Calcografia Camerale, le vendite di opere delle collezioni Barberini e Borghese e la formazione di quella dei Torlonia. Ma l'importanza della sua figura sta nell'aver lui condiviso con piena consapevolezza, tra le avventure intellettuali del suo tempo, quelle della scoperta dell'arte greca e dell'arte del medioevo europeo. Le sfortunate vicende della sua collezione di "primitivi" destinata al Museo del King's College di Aberdeen, dove i suoi dipinti su tavola furono vanamente attesi, offrono all'autore l'opportunità di risalire a una delle molteplici matrici culturali...
30,00

La raccolta di matrici della calcografia romana

La raccolta di matrici della calcografia romana

Anna Grelle Iusco, Elisabetta Giffi

Libro

editore: Artemide

anno edizione: 2008

pagine: 688

Lo studio che qui viene presentato è di fondamentale importanza per la cultura grafica in Italia e non solo. Si tratta del lavoro, di una vita dedicata all'approfondimento della formazione (con tutte le vicissitudini storico-artistiche ad essa legate) della Calcoteca dell'Istituto Nazionale per la Grafica, la più grande e la più antica del mondo con oltre ventimila pezzi, tutti studiati, catalogati e musealizzati. Nel contempo viene ripreso, riprodotto e aggiornato, il Petrucci (Catalogo generale delle stampe tratte dai rami incisi posseduti dalla Regia Calcografia di Roma, del 1936) fornendo così un nuovo catalogo generale di tutte le stampe e per la prima volta di tutte le matrici.
150,00

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