Libri di E. Mazza (cur.)
Nell'officina dei lumi. Studi in onore di Gianni Francioni
Libro: Copertina morbida
editore: Ibis
anno edizione: 2021
pagine: 448
Saggi di G. Assereto, Ph. Audegean, L. Bianchi, G. Cospito, C. Cuttica, L. De Michelis, S. Feloj, L. Fonnesu, F. Frosini, G. Gaspari, F. Giudice, S. Granata, L. Guerra, A. Gurrado, G. Imbruglia, G. Invernizzi, E. Mazza, G. Mori, G. Panizza, A. Peroni, S. Rosini, G. Silvestrini e F. Toto. Composti da studiose e studiosi di età, formazione e interessi disciplinari differenti, i contributi qui raccolti non sono stati pensati soltanto come un omaggio a Gianni Francioni in occasione del suo pensionamento, ma traggono ispirazione dall'assunto, che ha guidato tutta la sua produzione scientifica, che l'indagine teorica (filosofica, storica o letteraria) si debba necessariamente fondare sull'accurata ricostruzione filologica dei testi e dei loro contesti. Muovendo da uno dei principali ambienti in cui si forgiarono gli strumenti dell'«officina dei Lumi», l'Inghilterra tra la metà del Seicento e i primi decenni del Settecento, i saggi trattano quindi i principali esponenti delle Lumières, da Voltaire a Rousseau, per soffermarsi poi sull'Illuminismo lombardo, con particolare riferimento a Cesare Beccaria e ai fratelli Pietro e Alessandro Verri, ma senza trascurare personaggi meno noti come Luigi Castiglioni. Il quadro del Settecento europeo si allarga quindi alla Genova degli ultimi decenni della Repubblica, alla nascita della Natural History ancora in Inghilterra e al pensiero politico di Kant. Il volume si chiude con tre lavori che, pur ponendosi cronologicamente fuori dai limiti del XVIII secolo, affrontano nessi e questioni tipicamente settecentesche, dal materialismo di Leopardi al tema della compassione in Nietzsche, ai rapporti tra Franco Venturi e Carlo Dionisotti.
Mi manda Platone
Flavio Baroncelli
Libro: Copertina morbida
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2009
pagine: 157
Non farsi del male e magari farsi anche un po' di bene senza decidere che cosa deve essere il bene degli altri. Ecco la tolleranza. Accettare di scendere a compromessi con qualche aspetto della nostra concezione di ciò che è giusto. Ammettere che non tutti i corollari dei nostri principi fondamentali sono essenziali e irrinunciabili e assoluti. Fare la fatica di graduare l'importanza, l'essenzialità di diritti e doveri. Non solo per ciò che riguarda il privato, ma anche in ciò che è eminentemente pubblico. Non è sempre divertente. Del resto, in un mondo che fosse tutto armonia e felicità e giustizia, cosa diavolo ci sarebbe da tollerare?