Libri di Claudio Pellecchia
Il grande Dirk Nowitzki, alla conquista della NBA
Claudio Pellecchia
Libro: Libro in brossura
editore: 66thand2nd
anno edizione: 2025
pagine: 252
Il 12 giugno 2011, sul parquet dell’American Airlines Arena di Miami, i Dallas Mavericks festeggiano la vittoria del primo titolo Nba della loro storia. Ma il leader della squadra, Dirk Nowitzki, unico europeo a potersi fregiare fino ad allora del premio di Mvp della lega, non c’è: a pochi istanti dall’ultima sirena è scappato negli spogliatoi e lì è rimasto per un tempo che è sembrato interminabile, ripercorrendo in solitudine il viaggio che lo ha portato da Würzburg, una piccola cittadina nel cuore della Baviera, alle Nba Finals, che lo hanno appena visto battere gli Heat, il superteam di LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh. Dirk non può fare a meno di pensare che quel momento – per cui ha giocato, lottato e sofferto tutta la vita – sia la chiusura di un cerchio che ne contiene molti altri, un’opera bellissima costruita un pezzo alla volta, con l’aiuto di Holger Geschwindner, il suo scopritore e mentore, quasi una guida spirituale, e poi con il sostegno di alcune figure chiave dei Mavs – Mark Cuban, Don Nelson e Rick Carlisle, Steve Nash e Jason Kidd. Un lavoro durato oltre vent’anni, fino a raggiungere la perfezione, la parabola di un tiro che scuote la retina senza nemmeno sfiorare il ferro. Un tiro rigorosamente su una gamba sola e in fade-away, un gesto di formidabile eleganza e tremendamente efficace, il sigillo del campione.
Kobe. Mamba out
Claudio Pellecchia
Libro: Copertina morbida
editore: Kenness Publishing
anno edizione: 2023
pagine: 138
Lebron vs Steph. Testa a testa
Claudio Pellecchia
Libro
editore: Kenness Publishing
anno edizione: 2023
pagine: 138
Lebron James e i suoi fratelli. Gli eredi Di Michael Jordan
Claudio Pellecchia
Libro: Libro in brossura
editore: Cento Autori
anno edizione: 2020
pagine: 160
Il giorno della sua introduzione nella Hall of Fame, mentre pronunciava il suo discorso, Michael Jordan aveva guardato i suoi figli in platea e aveva detto: “Io so che voi avete un fardello che vi portate dietro. E non vorrei essere nei vostri panni per tutte le aspettative che dovete affrontare”. Perché portare quel cognome non deve essere facile. Così come non è facile, per un giocatore NBA, dover convivere con l'etichetta di “nuovo Jordan” che, di tanto in tanto, la stampa o i tifosi ti affibbiano. LeBron James ha vissuto dando la caccia “al fantasma che ha giocato a Chicago”, Kobe Bryant è stato spinto a superare i propri limiti stimolati dal confronto, Vince Carter e Tracy McGrady ne sono stati talvolta schiacciati, Allen Iverson è diventato grande a modo suo. Mentre Michael era lì, in attesa di qualcuno che lo scalzasse dal ruolo di più grande di sempre. Questo saggio racconta la storia e le imprese dei più grandi giocatori di basket del dopo Jordan. Prefazione di Alessandro Cappelli. Con un’intervista a Riccardo Pratesi.
Stand up, speak out. Storia e storie di sport e diritti civili negli USA
Claudio Pellecchia, Alessandro Cappelli
Libro: Libro in brossura
editore: Kenness Publishing
anno edizione: 2020
pagine: 208
Colin Kaepernick, LeBron James, Serena Williams, Megan Rapinoe. E prima ancora Jack Johnson, Jackie Robinson, Jesse Owens, Althea Gibson, Muhammad Ali, Bill Russell, Kareem Abdul-Jabbar, Tommie Smith, John Carlos, Billie Jean King, Rubin Carter. Negli Stati Uniti i diritti civili trovano i loro portavoce nei protagonisti del mondo dello sport. Gli atleti americani sono sempre stati voci presenti e influenti nel dibattito politico, sociale e culturale. E lo sono a maggior ragione anche oggi, in un'epoca in cui i toni si sono inaspriti, facendosi sempre più estremi, violenti, divisivi, polarizzanti. I fatti di cronaca degli ultimi anni hanno quasi "costretto" gli sportivi a scendere in campo al fianco di minoranze discriminate che vedono restringersi diritti e libertà giorno dopo giorno. Sono icone globali, riconosciute e riconoscibili dei nostri tempi che hanno fatto della propria visibilità un mezzo per veicolare messaggi off the court, "salendo sulle spalle dei giganti" del passato che, prima di loro, avevano scelto di schierarsi, di essere in prima fila per ottenere diritti e garanzie laddove non ce n'erano. Per fare la storia, non solo dello sport. Una storia in grado di sostanziarsi ciclicamente in nuove forme, nuove voci, nuovi volti. Per vincere la partita più difficile di tutte. Prefazione di Luca Mazzella.
Kobe. Mamba out
Claudio Pellecchia
Libro: Libro in brossura
editore: Kenness Publishing
anno edizione: 2019
pagine: 127
La stagione 2015/16 è stata la ventesima di Kobe Bryant da giocatore NBA. L'ultima, la più difficile da gestire, la più significativa dal punto di vista emotivo ed emozionale prima ancora che tecnico e fisico. Un 'farewell tour', di cui tutti, volenti o nolenti, siamo stati testimoni, che ha visto concentrati nei nove mesi della regular season tutto quello che, nel bene e nel male, il 24 fu 8 ha rappresentato per il gioco inventato da James Naismith: uno degli interpreti più iconici e irripetibili, certo, ma anche un accentratore controverso, un protagonista intenzionato a prendersi sempre tutto e subito anche quando i tributi da pagare a "Father Time" risultano troppo pesanti persino per lui, un uomo e un giocatore destinato a dividere sempre e comunque e a prescindere dalle singole circostanze. Fino al 13 aprile 2016, al "Mamba Out", ai 60 punti in faccia ai malcapitati Utah Jazz per oscurare i Golden State Warriors delle 73 W che, dall'altra parte di una California in delirio, stavano riscrivendo la storia a modo loro. Raccontare Kobe, raccontarlo nel suo ultimo viaggio, partita dopo partita, sera dopo sera, tiro forzato dopo tiro forzato, è anche un modo per raccontare una generazione che è cresciuta con lui. Perché che siate lovers o haters cambia poco: Kobe Bryant è stato I'NBA, è stato la "nostra" NBA. E onorare lui è un po' come onorare noi stessi.
Lebron vs Curry. La sfida siderale
Claudio Pellecchia
Libro: Copertina morbida
editore: Kenness Publishing
anno edizione: 2018
pagine: 157
LeBron James e Stephen Curry sono i due volti del basket contemporaneo. Leader incontrastati delle rispettive squadre, icone riconosciute e riconoscibili della Nba, la lega globale per eccellenza. Soprattutto nelle ultime quattro stagioni, quando la conquista del titolo è sembrata passare unicamente da questo appassionante confronto che ha rappresentato tutto il vecchio e tutto il nuovo che è insito nel concetto stesso di rivalità. Una rivalità che hanno spesso provato a ridimensionare ma che, con il tempo, hanno dovuto imparare ad accettare e gestire. Perché mai due atleti sono stati così diversi e, allo stesso tempo, così uguali: dall'ospedale di Akron che ha dato i natali a entrambi alle sfide sul palcoscenico delle Finals, le strade dei due giocatori destinati a caratterizzare quest'epoca si sono intrecciate, in maniera più o meno diretta, molto più di quanto anche loro stessi avrebbero immaginato. Fino a scoprirsi addirittura dalla stessa parte, in quel ruolo di portavoce privilegiati di una comunità che fatica a far sentire la propria voce e che vede in loro qualcosa di più di semplici idoli sportivi. Perché 'real recognize real'. In campo e fuori.