Libri di C. Zuccaro
Il kinostudio «La vecchia Albania» (o l'avventura seminale dell'impronta)
Gëzim Qêndro
Libro
editore: Rubbettino
anno edizione: 2022
pagine: 228
Il Kinostudio "Vecchia Albania", (oggi sede del Ministero della Cultura albanese), è stato inaugurato a Tirana nel 1952. In questo saggio Gëzim Qendro affronta in modo multidisciplinare ed interdisciplinare il tema singolare del significato della presenza massiccia di codici simbolici religiosi in un edificio pubblico, progettato in un Paese marxista (l'URSS), realizzato in un altro Paese marxista (l'Albania) e destinato ad essere sede dell'industria cinematografica albanese, una macchina di propaganda del regime. Un edificio che doveva, perciò, essere emblematico della nuova mentalità, della nuova epoca, quindi anche del suo laicismo e anzi, meglio, del suo ateismo. L'autore ha indagato le possibili motivazioni alla base di questa contraddizione palese ma tuttavia "autorizzata" ricorrendo agli strumenti della storia, della storia delle religioni, della storia e della critica dell'arte e dell'architettura in particolare, della filosofia, della filosofia dell'arte e dell'epistemologia, attingendo con passione e competenza a fonti testimoniali e di archivio e ad una vastissima e qualificata letteratura dei diversi campi coinvolti. Ne è emerso un saggio di alto profilo scientifico, che si legge come un romanzo.
Illusioni nel cassetto
Fatos Kongoli
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2017
pagine: 367
Come si può vivere da scrittori sotto una dittatura? Quali parole dire e quali tacere? Fino a che punto darsi coraggio o piegarsi alla paura? E ancora. Aspettare di essere censurati o censurarsi da soli? Unirsi al coro, fare finta di cantare o tenere la bocca chiusa? Fatos Kongoli, autore fra i più letti e tradotti dell'area balcanica, affronta, con questo romanzo-confessione, i dissidi interiori che hanno tormentato la sua esperienza umana e letteraria, durante e dopo la dittatura comunista. Ne viene fuori un autoritratto originale e sincero in cui è l'autore, per una volta, a cercare il confronto, anzi a marcare le somiglianze tra sé e gli antieroi dei suoi romanzi: tutti tendenzialmente pavidi, inadeguati, cinici, disperatamente in bilico tra le lusinghe e le minacce del potere. Vengono inoltre tirati in ballo, a vario titolo, numerosi protagonisti della vita pubblica albanese che Kongoli, figlio di un esponente di rango del regime poi caduto in disgrazia, ha conosciuto sin dall'infanzia. Un libro-scandalo dunque. Ma non solo. Senza nascondere le proprie debolezze e le proprie contraddizioni, cercando invece di leggersi in profondità, Kongoli ci fa entrare nel suo laboratorio creativo, ci svela i meccanismi che presiedono alla nascita dei suoi personaggi e allo sviluppo delle sue trame.
La vita in una scatola di fiammiferi
Fatos Kongoli
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2015
pagine: 254
Bledi Terziu, cronista di nera senza più un lavoro, abbandonato dalla compagna, vive da mesi nella solitudine del suo nuovo appartamento al centro di Tirana quando riceve la visita, inaspettata, di una giovane zingara. Offuscato dall'alcol, Bledi tenta maldestramente di possederla ma la ragazza, quasi accidentalmente, muore, precipitandolo in una confusa disperazione. Riavutosi, Bledi cerca di disfarsi del cadavere e di cancellare ogni traccia, convinto che riuscirà a farla franca. Psicologicamente provato, però, in balia di un costante stato febbrile, vede riemergere dal passato, come rigurgiti della coscienza, frammenti della sua miserabile vita. Rivede la Tirana della sua infanzia, angusta e oppressa dal regime; quella corrotta e insensata della transizione; e quella attuale, della società "libera", confusa tra lo scintillio delle luci e gli anfratti bui di continue nefandezze. Senza risparmiare perversità e zone d'ombra Kongoli adotta qui, per la prima volta nei suoi romanzi, una visione beffarda anziché tragica del mondo che descrive. Ne risulta un quadro compassionevole del dolore e dello sconcerto umani, attraverso le vicende di un povero diavolo percosso dai venti della modernità e vittima della propria follia.