Libri di Andrea Salvo Rossi
Il Tacitismo. Una storia fiorentina
Andrea Salvo Rossi
Libro
editore: Antenore
anno edizione: 2025
pagine: 140
L'invenzione della Repubblica. Storia e politica a Firenze (XV-XVI secolo)
Andrea Salvo Rossi
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2022
pagine: 176
I saggi raccolti in questo volume analizzano l’intreccio tra scrittura della storia e discorso politico a Firenze tra Quattro e Cinquecento, conseguente alla rifondazione retorica del sapere promossa dall’Umanesimo. Solo concependo la storiografia come una pratica autoriale – che non si limita a raccogliere dati, ma li seleziona e li interpreta – fu possibile riorganizzare le forme di razionalizzazione e legittimazione della vita civile su basi storiche. Le origini romane della repubblica fiorentina diventarono così il punto di appoggio per strategie molteplici di intervento nel presente politico di Firenze, riletto analogicamente alla luce del passato di Roma. Il percorso proposto, che parte da Leonardo Bruni per arrivare al definitivo tramonto delle sperimentazioni repubblicane con l’avvento del Granducato, mostra efficacemente come l’idea che il sapere politico fosse indissociabile da quello storico consentisse di veicolare allo stesso tempo elementi di continuità e discontinuità nelle forme di autorappresentazione (e autopromozione) delle istituzioni fiorentine. Continuità nel riuso delle fonti come elemento strutturante della riflessione politica; discontinuità nei movimenti sul canone degli Antichi per dar conto di movimenti della vita istituzionale, delle crisi e dei mutamenti di stato che caratterizzarono la parabola repubblicana di Firenze. Ne emerge un quadro di grande stabilità nell’intendere le antiche historiae come linguaggio eminente della politica. Anche di fronte alle svolte e alle fratture con cui dovette fare i conti la generazione di autori che si trovò a scrivere le storie fiorentine negli anni delle guerre d’Italia (da Rucellai a Nardi, passando per i più celebri Machiavelli e Guicciardini) è possibile registrare una sostanziale tenuta metodologica, ancora ben visibile nella tradizione tardo-rinascimentale, tipicamente fiorentina e toscana, del tacitismo politico.
Il Livio di Machiavelli. L'uso politico delle fonti
Andrea Salvo Rossi
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2021
pagine: 292
Troppo disorganici per essere un trattato politico, troppo frammentari per essere un'opera storica, i Discorsi mettono da sempre a disagio chi voglia inquadrarne il genere. Inoltre, l'impossibilità di risalire al manoscritto di Livio presente sullo scrittoio di Machiavelli ha reso piú complicata la definizione di un puntuale confronto tra i due, spesso risolto in piú generali riflessioni su Machiavelli e la storia antica. Le decadi liviane non sono, però, una fonte tra le altre dell'elaborazione machiavelliana, ma rappresentano il terreno decisivo per la definizione di un metodo che tiene costantemente insieme politica e storia («lunga esperienza delle cose moderne» e «continua lezione delle antiche»). Con questa convinzione, il presente studio ricostruisce le vicende che — nel solco dell'Umanesimo — avevano imposto la canonizzazione degli Ab urbe condita, cosí da restituire l'orizzonte entro il quale era maturata la lettura di Machiavelli, fornendo poi di questa un'analisi tipologica attraverso l'esame di citazioni, traduzioni e riscritture. Le puntuali indagini sul testo consentono di mettere a fuoco gli strumenti con cui l'autore dei Discorsi, inserendosi in una tradizione consolidata (quella che faceva di Roma la misura di ogni tempo storico), prova a fare i conti con la radicale, tragica novità rappresentata dalle Guerre d'Italia. Se la frattura con il passato è irrisarcibile, non basta piú conoscere la storia antica per capire quella contemporanea: Machiavelli, dunque, forza i testi che legge perché rispondano alle sollecitazioni imposte dalle urgenze del presente, tramite quello che qui si propone di chiamare "uso politico delle fonti".