Libri di Alan M. Turing
Macchine calcolatrici e intelligenza
Alan M. Turing
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 136
Alan M. Turing, il geniale logico, matematico e filosofo inglese, pubblica “Macchine calcolatrici e intelligenza” nel 1950. È il testo che ha aperto la discussione moderna sulla possibilità dell’intelligenza artificiale, oggi più che mai attuale per via delle prestazioni sorprendenti dei sistemi di IA generativa come ChatGPT. Turing si domanda se le macchine, di lì a non molto, sarebbero state capaci di pensiero, e risponde affermativamente, analizzando e respingendo varie obiezioni. Le analisi di Turing, al confine tra filosofia e informatica, hanno posto problemi di cui stiamo ancora cercando una soluzione. Diego Marconi, che cura il volume, in un saggio conclusivo ci aiuta a comprendere questo testo fondamentale e a inserirlo nell’attuale dibattito sull’intelligenza artificiale.
Le basi chimiche della morfogenesi
Alan M. Turing
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 128
"Le basi chimiche della morfogenesi" rappresenta ancora oggi il modello teorico di riferimento per un vasto campo di discipline quali la biologia dello sviluppo, la bioinformatica e le ricerche intorno alla cosiddetta artificial life. Riscoperto in anni recenti, il lavoro di Alan Turing ha assunto la medesima importanza rivoluzionaria degli studi dello stesso autore dedicati alla celeberrima "macchina di Turing" e può essere considerato come uno dei testi paradigmatici della scienza del Novecento. In questo volume appare la prima traduzione italiana del saggio pubblicato nel 1952, corredata di un'introduzione che illustra il cuore della proposta teorica di Turing, nella quale emergono gli snodi problematici legati alla genesi della peculiare struttura del vivente.
Meccanismo computazionale e intelligenza
Alan M. Turing
Libro: Libro in brossura
editore: Città Nuova
anno edizione: 2018
pagine: 184
Il testo che viene qui presentato in traduzione italiana, oltre a costituire un vero e proprio classico dell'intelligenza artificiale, pone problemi ancora rilevanti, e a volte dimenticati, di filosofia della mente, a cominciare dalla problematicità del significato della domanda che chiede se "le macchine possano pensare". Il test del'"imitazione" ideato da Turing vuole appunto essere un approccio, privo di pregiudizi e libero da concezioni aprioristiche, alla scottante e tutt'oggi inquietante questione. Prendendo spunto dal testo e da uno dei problemi più pressanti che il matematico attribuisce a menti umane distinte da possibili intelligenze artificiali, quello del "solipsismo", il saggio di Cimmino propone una serie di passi argomentativi che affrontano infine la questione solipsista - dalla discussione dell'idea che l'emulazione dell'intelligenza umana possa essere considerata un passo decisivo per l'identità mente/macchina, alle difficoltà del naturalismo riduzionista, fino alla natura dell'intenzionalità e il suo rapporto con il tempo. Proprio il carattere intrinsecamente temporale della mente permette, secondo l'autore, di indicare una prospettiva che, oltre a chiarire alcune delle tante difficoltà che gravano sulla "mente intenzionale", sembra in grado di evitare l'imbarazzante questione del solipsismo. Con un saggio di Luigi Cimmino.
Intelligenza meccanica
Alan M. Turing
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 1994
pagine: 176
Nel 1943, mentre lavorava sui codici segreti militari nel famoso laboratorio di Bletchley Park, Alan Turing confessò a un collaboratore la sua ambizione di voler «costruire un cervello». La storia del sogno di Turing - che non costruì un cervello, ma riuscì ad avviare il progetto del primo calcolatore elettronico inglese - è la storia stessa della nascita dell'informatica e dello sviluppo delle idee sull'intelligenza artificiale: gli scritti qui proposti, elaborati da Turing in rapida successione tra il 1945 e il 1950, ne sono una parte fondamentale. I primi due articoli sono di carattere essenzialmente pratico, e mostrano la preoccupazione di Turing - che non era certo un teorico visionario - di fornire solide basi ingegneristiche alle sue teorie. Seguono poi due famosi scritti ( Macchine intelligenti e Macchine calcolatrici e intelligenza ) in cui Turing comincia davvero a parlare di «cervelli artificiali», introducendo tra l'altro il suo famoso test (che lui però considera un semplice «gioco di imitazione»). Nasce così, settanta anni fa, l'intelligenza artificiale.