Libri di L. Picchi
Il libro delle api
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2013
pagine: 159
Le api hanno costituito nel mondo antico un campo di osservazione e di studio che si è spinto ben oltre i confini scientifici e naturalistici. Lo dimostra il numero di testi, in versi e in prosa, che il mondo latino ha dedicato al mondo delle api: un ampio capitolo del De re rustica di Vairone (vissuto nell'età della tarda repubblica); l'intero quarto libro delle Georgiche di Virgilio (fin dall'antichità considerato tra i grandi capolavori della letteratura di ogni tempo); una sezione del De re rustica di Columella (composto intorno alla metà del I sec. d.C); un capitolo dell'immensa Storia naturale di Plinio il Vecchio. In queste opere, il metodo sperimentale (istituito da Aristotele nelle sue storie naturali) si mescola con elementi favolosi. Né mancano l'esatta osservazione della conformazione degli insetti (organizzazione sociale, scelta dei pollini, malattie mortali e contagiose), la descrizione delle cure che gli apicultori debbono dedicare agli alveari e alla raccolta del miele. Ma è una particolare somiglianza del mondo delle api con la società umana (i motivi del lavoro, della dedizione del singolo alla comunità, del comunismo dei beni, per esempio; il principio stesso della regalità) ad attrarre sia i poeti sia i filosofi antichi. Così, nell'aureo libretto di Virgilio, le api divengono simbolo di vita spirituale, poiché vincono la legge della morte e del sesso, e dunque degli istinti.
Ierofanie naturali. Sacro e natura nell'antica Roma
Libro
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2008
pagine: 192
Contemplando un cielo illuminato, sostando sulla soglia ombrosa di una grotta, risalendo il corso di un fiume fino alle sue sorgenti, traversando un sentiero boscoso, non percepiamo ancora oggi il sentimento del sacro, il brivido di una presenza misteriosa? Nacquero così, nell'antico mondo italico, ben prima che Roma facesse la sua comparsa, il culto delle fonti e dei boschi, l'animata religione delle ninfe che abitavano i tronchi degli alberi o le rive erbose di un corso d'acqua. Un'antologia, quella curata da Luigi Picchi, che affonda nei grandi archetipi - insieme animistici e naturalistici - dell'arcaico mondo italico, quei miti che tuttavia, già in età imperiale, sembrano addomesticarsi in una visione più razionale e decorativa: così, in una pagina di Stazio, è lo stesso Volturno, antica divinità fluviale, a manifestare la sua gratitudine per la bonifica delle sue rive paludose e per la costruzione di un ponte che collegava con il suo vasto arco le rive opposte. Nasceva allora, forse, lo spirito dell'uomo moderno, diviso fra la volontà di piegare la natura ai suoi scopi e la nostalgia per la potenza numinosa del mondo naturale: tanto più si perdeva il sentimento del sacro in natura, tanto più esso si spostava nei boschi, forse ancora più terrifici, dell'anima.