Libri di G. Baldo
Odi. Testo latino a fronte. Volume Vol. 1
Quinto Orazio Flacco
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 712
Orazio è il più grande dei poeti lirici che la letteratura latina abbia prodotto, l'unico che si possa paragonare a Pindaro tra i greci, come egli stesso fa più d'una volta, naturalmente sminuendosi davanti al «cigno tebano». «Un lirico greco senza musica», è stato detto di lui: ma quella musica, interiorizzata, romanizzata e portata sui colli della Sabina, la senti risuonare sin dai primi versi della prima ode, Maecenas, atauis edite regibus, / o et praesidium et dulce decus meum, «Mecenate, che fosti generato da famiglia di re / e sei per me difesa e dolce titolo di gloria», e soprattutto negli ultimi, che proclamano: «Io, per l'edera che è premio alla fronte dei sapienti, / son vicino agli dèi; un fresco bosco, danze leggere / di Ninfe e Satiri mi tengono lontano dalla folla, / se Euterpe non impedisce al flauto di suonare, / se non rifugge Polimnia di trarre accordi dalla lira di Lesbo. / E se tra i lirici vati tu vorrai annoverarmi, / mi sembrerà di toccare il cielo con il capo». Aveva ragione Emilio Pianezzola, iniziatore di questa edizione e squisito traduttore delle Odi, a concludere la sua splendida Introduzione con le parole di Nietzsche nel Crepuscolo degli idoli: «Non ho mai provato [...] in nessun poeta, lo stesso rapimento artistico che mi dette, fin da principio, un'ode di Orazio. [...] Questo mosaico di parole in cui ogni parola come risonanza, come posizione, come concetto fa erompere la sua forza a destra, a sinistra e sulla totalità, questo minimum nell'estensione e nel numero dei segni, questo maximum, in tal modo realizzato, nell'energia dei segni - tutto ciò è romano e, se mi si vuol credere, nobile par excellence». Orazio, che fa poesia «autobiografica», che confessa le sue aspirazioni e le sue delusioni, dichiara di non esser stato colpito da Argo, Micene, Delfi o Atene, quanto «dalla dimora di Albùnea risonante, / dalle cascate dell'Aniene, dal bosco di Tiburno, / dai frutteti umidi per l'acqua viva dei ruscelli»: inventa un nuovo paesaggio della lirica, che vivrà per due millenni con la sua voce particolare, il suo tono apparentemente dimesso ma in realtà squisitamente delicato. I due volumi che la Fondazione Valla dedica alle Odi di Orazio sono il frutto del lavoro che una squadra padovana guidata prima da Emilio Pianezzola, poi da Gianluigi Baldo, ha compiuto nel corso degli anni: si avvale di un testo critico e di una Nota metrica approntati da Lorenzo Nosarti, e di un commento approfondito e capillare dovuto a Gianluigi Baldo stesso e Antonella Duso.
Regionis forma pvlcherrima. Percezioni, lessico, categorie del paesaggio nella letteratura latina. Atti del Convegno di studio (Padova, 15-16 marzo 2011)
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 2017
pagine: VIII-278
I quattordici studi del volume indagano le forme concettuali, le realizzazioni testuali e la costituzione di un lessico del paesaggio nella letteratura latina. I contributi sono firmati da filologi classici, geografi, filosofi ed ecologi; questo ha consentito di ampliare gli orizzonti interpretativi oltre i tradizionali confini retorici del locus amoenus/horridus e di problematizzare in modo efficace la tesi berquiana dell'"inesistenza" del paesaggio nel mondo antico.
Terre nuove. Paesaggi di bonifica nel Veneto orientale
Libro
editore: Cicero Editore
anno edizione: 2011
Biagio Pancino. Opere 1952-1974. Immagini e poesie nelle Venezie del '900
Libro: Libro in brossura
editore: Matteo
anno edizione: 2004
pagine: 100
Medica scriptura. Cultura e retorica nella letteratura medica in latino in area veneta
Libro: Libro in brossura
editore: Biblos
anno edizione: 2013
pagine: 152
Il volume raccoglie gli atti della giornata di Studio tenutasi presso l'Università di Padova, il 12 ottobre 2011. A cura del Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell'Antichità e sostenuto dalla Fondazione CaRiPaRo.