Libri di Elena Schanzer
Che cos'è la psicoterapia?
Carl Gustav Jung
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2016
pagine: 160
"Il mio contributo alla conoscenza della psiche si basa sull'esperienza pratica che ho dell'uomo". Così scrive Cari Gustav Jung a proposito degli scritti che compongono questo volume: dopo cinquant'anni di pratica psicoterapeutica si sente cosi sicuro di poter mettere un punto alla sua riflessione sulla psicoanalisi. In questi saggi si troveranno non soltanto accenni ai fondamenti e ai principi su cui si è basato l'atteggiamento pratico del terapeuta, ma anche il tentativo di comprendere storicamente quel fenomeno storico dirompente che è stata la psicoanalisi.
La dimensione psichica. Raccolta di scritti. Edizione integrale di riferimento
Carl Gustav Jung
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2015
pagine: 352
Vasti ed eterogenei sono stati i campi di ricerca del padre della psicologia analitica, che si è applicato proficuamente nella storia del simbolismo, nell'alchimia e negli studi religiosi, senza contare la sua materia d'elezione, l'universo psichico e la struttura dell'inconscio. Sono qui raccolti dieci testi capisaldo della visione junghiana, da "Psicoterapia e concezione del mondo" (1946) e "L'essenza dei sogni" (1948) a "Gli archetipi dell'inconscio collettivo" (1954), fino agli studi sulla schizofrenia (1958); un'antologia che permetta di comprendere il disegno della ricerca analitica e di una concezione del mondo aperte e moderne.
Il mito di Jung
Marie-Louise von Franz
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2014
pagine: 304
È necessario che «la ruota del tempo compia ancora un certo numero di giri perché la massa cominci a comprendere quello che Jung intendeva dire». Il pronostico di questo saggio risalente al 1972 si è avverato alla lettera, e la sua lungimiranza va estesa anche alla posteriore accoglienza da parte della psicologia accademica, che allora sospettava in Jung solo il mistico «confuso». In effetti l'asincronia tra Jung e la propria contemporaneità percorre come un illuminante Leitmotiv le pagine della sua allieva Marie-Louise von Franz. Non era facile per nessuno – lo riconosce – mettersi al passo della novità incarnata dal pensiero junghiano. Inquietava e suscitava scandalo quel prendere così sul serio l'inconscio, con effetti tellurici sull'intera architettura delle conoscenze umane. Ma chi, come lei, fin dalla giovinezza ha dato ascolto alle potenze psichiche si trova in una prossimità ideale con il maestro, frequentato dal 1933, e ce lo mostra attraverso inquadrature che ancora oggi restano uniche. Lasciandosi «guidare, per così dire, dalla melodia che fa da sfondo al mito interiore» di Jung, von Franz riesce in un'impresa per nulla scontata: avvicinare i lettori, senza la gabbia di un ordine cronologico o di una trattazione sistematica, alle esperienze numinose da cui era posseduto e allo smisurato sapere a cui attingevano. Quell'avventura interiore ineguagliata, quel «mito» che assorbì il medico della psiche per tutta la vita, avrebbero sparso i loro fermenti nella nostra cultura e l'avrebbero segnata nel profondo.
Il simbolismo della messa
Carl Gustav Jung
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2013
pagine: 176
Sulla messa, rito capitale del cristianesimo e tra i più densi di sacralità delle religioni universali, non si contano gli studi teologici e le indagini antropologiche. Jung ha una conoscenza di prima mano degli uni e delle altre, ma in questo saggio del 1942 vi attinge con finalità diverse sia da quelle dottrinali, che appartengono al dominio della fede, sia da quelle descrittive, che rischiano di fare "appassire" il tenore spirituale del loro oggetto. L'interpretazione dei singoli momenti liturgici dell'evento cristiano e la ricerca di molteplici analogie culturali - dal rito azteco del "mangiare il dio" allo sbiancamento della vittima sacrificale presso i bantu - sono orientate qui a ciò che più interessa alla psicologica analitica: comprendere la verità psichica che si esprime nel "simbolo essenziale della messa". La vitalità e l'efficacia del suo mistero trovano infatti alimento nella pulsione archetipica alla trasformazione, ossia in "condizioni psichiche profondamente radicate nell'anima umana". Prefazione di Luigi Aurigemma.
La saggezza orientale
Carl Gustav Jung
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2012
pagine: 240
Negli ultimi trent'anni della sua vita Carl Gustav Jung ha concentrato la sua attenzione sull'osservazione psicologica dei fenomeni religiosi. È religiosa, afferma Jung, ogni esperienza di pienezza e di totalità che "afferri" l'individuo per farlo procedere lungo il tragitto dell'individuazione. In questo cammino spirituale le religioni orientali si rivelano maestre nel guidare verso un "processo d'iniziazione". Nell'evidenziare le singolari affinità tra le simbologie religiose dell'Oriente e le produzioni psicologiche (sogni, visioni, creazioni artistiche) dell'uomo occidentale, Jung non si allontana mai da un profondo senso di concretezza storica, mettendo in guardia il lettore da "ogni imitazione semplificatrice e scimmiottatura orientalizzante, quale che ne sia la motivazione". Introduzione di Luigi Aurigemma.
La saggezza orientale
Carl Gustav Jung
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 1992
pagine: 212
Dall'osservazione psicologica dei fenomeni religiosi condotta da Jung negli ultimi trent'anni della sua vita, emerge una concezione secondo cui i dati religiosi devono essere studiati come l'espressione simbolica dell'aspetto globale della personalità umana, di quel "Sé" che è sintesi degli opposti presenti nella psiche. Le religioni orientali si rivelano maestre nel guidare verso un processo di "liberazione da un precedente stato di tenebra e di inconsapevolezza". In questa raccolta di scritti scelti e presentati da Luigi Aurigemma, Jung si confronta con i testi sacri della tradizione buddhistica e confuciana, e con le pratiche yoga e zen, mettendone in luce le affinità simboliche con le produzioni psicologiche dell'uomo occidentale.
Gli archetipi dell'inconscio collettivo
Carl Gustav Jung
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 1977
pagine: 96
Un certo strato per così dire superficiale dell'inconscio è senza dubbio personale: noi lo chiamiamo inconscio personale". Esso poggia però sopra uno strato più profondo che non deriva da esperienze e acquisizioni personali, e che è innato. Questo strato più profondo è il cosiddetto «inconscio collettivo». «Il concetto di archetipo, che è indispensabile correlato dell'idea di inconscio collettivo, indica l'esistenza nella psiche di forme determinate che sembrano essere presenti sempre e dovunque».