Tra il 1859 e il 1861, negli anni cruciali del Risorgimento, si svolsero l'assedio della fortezza di Civitella del Tronto e il brigantaggio legittimista nell'area teramano-ascolana. La resa della fortezza il 20 marzo 1861 segnò la fine del Regno delle Due Sicilie, mentre il brigantaggio si diffuse rapidamente nel Mezzogiorno, spingendo il neonato Regno d'Italia a inviare un'enorme forza militare per reprimere il fenomeno. Questa guerra civile fu particolarmente violenta: l’esercito italiano e le guardie nazionali, senza rispettare i principi dello Statuto Albertino, devastarono villaggi e massacrarono civili. Nel solo agosto 1861 furono uccise 526 persone nel teramano. Tra i principali leader della guerriglia vi furono Bernardo Stramenga e Giovanni Piccioni, le cui vicende biografiche riflettono il dramma del Sud, ancora segnato dalla questione meridionale.
L'assedio della fortezza di Civitella del Tronto e il brigantaggio legittimista. Nella più critica fase storica dell’Unità d’Italia
Titolo | L'assedio della fortezza di Civitella del Tronto e il brigantaggio legittimista. Nella più critica fase storica dell’Unità d’Italia |
Autore | Angelo Massimo Pompei |
Curatori | Pietro-Giorgio Tiscar, Giovanni Stramenga, Luigi Piccioni |
Argomento | Scienze umane Storia |
Collana | Saggistica |
Editore | Ianieri |
Formato |
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Pagine | 196 |
Pubblicazione | 03/2025 |
ISBN | 9791254881507 |