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Libri di M. Corganti

Lalla Romano e la Valle d'Aosta. La montagna e il paesaggio fra pittura e scrittura. Ediz. italiana e francese

Lalla Romano e la Valle d'Aosta. La montagna e il paesaggio fra pittura e scrittura. Ediz. italiana e francese

Libro: Libro in brossura

editore: Skira

anno edizione: 2009

pagine: 112

Il volume è il catalogo della mostra di Aosta (Espace Porta Decumana, Biblioteca Regionale Aosta, 8 agosto 2009 - 7 novembre 2009). Ad otto anni dalla scomparsa della grande scrittrice, poetessa e giornalista cuneese Lalla Romano "premio Strega" nel 1969, la mostra ne ripercorre la vita attraverso manoscritti, documenti e fotografie, un'ampia raccolta di dipinti e disegni, testimonianza di una passione sempre coltivata accanto a quella per la poesia. La Valle d'Aosta ha rappresentato per Lalla Romano non soltanto la meta abituale delle vacanze estive, ma soprattutto un'oasi di silenzio e di ispirazione, un luogo dell'anima in cui rifugiarsi per riscoprire una tranquillità che spesso mancava nella sua vita intensa e movimentata di artista e di donna. La sua frequentazione della Valle l'ha vista ospite di Cheneil in Valtournenche, di Courmayeur e infine di Vetan a Saint-Nicolas, e di questi luoghi, delle persone e delle loro storie, è una "testimone partecipe". Ma attraverso il suo sguardo esterno, da "villeggiante", l'autrice ci ha anche lasciato qualcosa di infinitamente prezioso e commovente: ha saputo svelarci il mistero di quel sentimento così intimo che ci lega alla nostra montagna, "qualcosa di ignoto che ci sovrasta, ma anche ci protegge e forse ci ama".
20,00

Un fotografo di nome Van Leo

Un fotografo di nome Van Leo

Libro: Libro in brossura

editore: Skira

anno edizione: 2008

pagine: 96

La monografia presenta una selezione di circa cinquanta di immagini del fotografo armeno Leon (Leovan) Boyadjian, in arte noto come "Van Leo" (1921-2002): fotografie che, da un lato rappresentano un documento inestimabile della società egiziana degli ultimi cinquant'anni, dall'altro provano che qualcuno da qualche parte nel mondo arabo aveva saputo fare della fotografia un linguaggio, un'arte. Come scrive la curatrice Martina Corgnati nel suo saggio, "le migliaia di ritratti femminili e maschili, le migliaia di facce che Van Leo ha incastonato come gemme su montature di luci preziose e di spazi artificiali, i quattrocento e più autoritratti e le inconsuete vedute all'aperto, paesaggi e ritratti 'rubati' a qualche occasionale figura interessante che gli capitava di incontrare, sono certo una collezione di documenti di un'epoca e di una società affascinante e perduta (ancora più affascinante perché perduta), ma anche espressione di una ricerca libera e ricca di invenzioni, inequivocabile manifestazione di 'stile', termine sempre singolarmente debole quando riferito alla fotografia ma comunque, almeno in parte, efficace. Van Leo è riuscito a stabilire un rapporto particolare con il soggetto basato sull'interpretazione, e in un certo senso ha avuto la tenacia di dare forma a un genere a se stante, autonomo sia rispetto alla fotografia di moda (i corpi di Van Leo indossano solo se stessi anche se diventano altro da sé) sia rispetto al ritratto 'psicologico' o naturalista."
20,00

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